Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
procede per analogie o contrasti, contemporaneamente af fermando e negando i contenuti. Riaffiorano memorie per dute o rimosse, ambizioni mai confessate o inconfessabili. Massimo Coen proporrà la sua autobiografia come la vita di un santo, ma ci si aspetta di tutto, dal calcio al ter rorismo. Nel gioco «a latere» di quello che si è o che si vorrebbe essere sono impliciti i mascheramenti, ideali e reali, per nascondere, imitare, giocare, sfuggire, ricordare, auspicare? La memoria, primo ' motore e insieme serbatoio di tutte le nostre facoltà espressive, viene già titillata, scavata e stimolata e scaturiscono gli istinti più sangui nosi e mistici di ognuno. Momenti di puro(?) spettacolo sono affidati a spezzoni di film e qui entra in ballo la scelta di un repertorio che in qualche modo ci appartiene. Così come pure i racconti, fasi di spettacolo in cui narreremo storie nostre, o prenderemo spunto da altre già dette (Moby Dick, fa vole...). Il progetto è stato concepito inizialmente partendo dal concerto vero e proprio, dilatato e mistificato. Quindi non dimenticheremo il rituale tipico: vestito nero, leggìo, luci dosate e repertorio classico, romantico, barocco, moderno. Anche il serioso, cioè, ma subito interviene la descrizione di musica barocca, magari con il tuba che esegue il con tinuo, per riportare debitamente fuori carreggiata la ma nifestazione. Siamo circa a metà delle riunioni preparatorie e con tinuano a uscire nuovi pretesti di azione, idee e argomenti. A volte, non registrati sulla carta sfuggono, per poi rie mergere in contesti completamente diversi. Sono sempre più convinto che le sedute di preparazio ne risulteranno in definitiva più irrazionali e dementi del le «OTTANTA ORE» vere e proprie. «La tragedia dei cinque musicisti, la loro commedia, il loro urlo risata, si trasforma in festa, in curiosità, in commercio in una multirifrazione di deliri e di visioni». 120
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