Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

conoscere da un sociale che è riconoscente con chi ha già riconosciuto); i musicisti non possono fare altro che estendere alle massime conseguenze il loro agire musica­ le. E questo concettualmente è molto importante, perché con una simile dilatazione della partitura aleatoria si de­ creta la morte-vita di uno dei più interessanti linguaggi degli ultimi vent'anni: la musica di improvvisazione istan­ tanea. Dopo alcune ore i musicisti finiranno con l'esaurire ogni possibilità di memoria musicale e, costretti a resi­ stere, dovranno misurarsi con il NIENTE e quindi con il nuovo, con lo sconosciuto. La navigazione musicale si prova a oltrepassare le «co­ lonne d'Ercole». In questo rotolare di privato e pubblico, di esibizio­ nismo meditazione e banalità varie l'inevitabile accumulo di materiale porta a decontestualizzare anche momenti rituali ben definiti. Momenti caratteristici di una comu­ nità, come il party, il funerale, la festa di compleanno, sono vissuti come spettacolo e come punti nodali di una microsocietà effimera; una comunità scazonte che, in que­ sta prospettiva, deve vivere tutti i suoi istanti affannosa­ mente in un tempo che adesso appare brevissimo. Una cronaca, un diario di bordo sarà tenuto durante tutto l'evento e darà una ulterìore lettura dei fatti. La comunità riceverà ospiti esterni e casuali, interagirà con l'ambiente pur restando chiusa in se stessa. Ogni occasio­ ne è adatta per un approfondimento e uno stravolgimento di qualunque discorso sul cibo, sulle relazioni sociali, sul ballo, sul cinema, sullo spettacolo in genere. Ma vogliamo anche usare la tecnica del «feed-back», filmando e regi­ strando quello che accade e riproporlo durante le 80 ore come stimolo per sviluppare contraddire arricchire criti­ care stravolgere. «Tutt'intorno si respira l'aria di un evento comico e tragico allo stesso tempo». Proprio come nelle riunioni preparatorie, quando si 119

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