Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

usanza. Al ragazzo si chiede se è d'accordo sul fatto che lo si debba uccidere, ma la domanda fa solo parte del cerimo­ niale, e il ragazzo, come il cerimoniale richiede, dice sì. Il testo presentato ai ragazzi delle scuole suscita parecchie polemiche e molte sono le osservazioni che vengono rivolte a Brecht. Una di queste è: «si deve introdurre dell'esitazione nel ragazzo prima che dica di sì: l'opera acquisterebbe effetto». Lo spazio che mira a produrre effetto, tra la domanda che non muta e la risposta che pure resta identica, è solo la battuta d'arresto, l'esitazione per cui causa ed effetto si allineano in un prima e in un dopo temporale, e la dialettica si muta in dialogo. Con il rallentamento si inserisce la necessità della motivazione. Non è abbastanza motivata, dicono i ragazzi, la decisione della morte del giovane (nella Linea di condotta la medesima domanda: sei d'accordo? viene posta dai tre agita­ tori al giovane compagno quando gli comunicano la decisione di gettarlo in una cava di calce. Il giovane compagno risponde di sì. «E dove dobbiamo buttarti?» «Nella cava di calce». L'a­ desione era evidentemente «abbastanza motivata» dal momen­ to che era in gioco la «riuscita» della rivoluzione). L'opera originale si scinde in due. Nella prima (Der, Jasager) la spe­ dizione scientifica viene trasformata in una spedizione di soc­ corso per il paese che si fa colpire dalla pestilenza. La madre del ragazzo che sta per partire, che nell'originale alla richiesta del maestro «come sta?» rispondeva «non si dia pensiero per la mia malattia, è passata senza gravi conseguenze», ora deve dire «purtroppo non sto meglio perché contro questa malattia non si conosce rimedio». Quando poi il ragazzo si ammala durante il viaggio, gli studenti suoi compagni «non riescono» a portarlo di là dal monte e poiché «non possono» rimanere accanto a lui dal momento che «un'intera città è in attesa delle medicine», · devono abbandonarlo. Il ragazzo dice di sì, e prega che lo lascino - dolcemente - rotolare a valle. Come il naufragio nella canzoncina della felicità, così pestilenze e malattie inguaribili si introducono a rendere naturale e lieta l'inevitabile accettazione. L'altra facciata dell'opera mantiene invece i caratteri originali: si tratta ancora di una spedizione scientifica, l'urgenza è sottratta, la madre dice nuovamente «non si dia pensiero per la mia malattia, è passata senza gravi 115

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