Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
diquesto episodio, di cui l'essenziale consiste nel far na scere uno scritto - gli ultimi testi di Artaud, precisamente - resta 1a straordinaria acutezza con laquale viene affer rata la logica del plagio: con una parola, il plagio èquel!'operazione che dà veramente a leggere, come per la pri ma volta, i testi plagiati. Forse, e proprio inquesto, bi sogna vedere il segno di Lautréamont su Artaud, a più forte ragione poiché a Rodez, in un testo ammirabile, Artaud esplicita il senso del doppio nome proprio di Lau tréamont. Nel settembre 1945 possiamo leggere sotto la penna di Artaud queste linee: «Avendo scritto un libro come Letura d'Eprahi Falli Tetar o Fotre Indi, non posso sop portare che la società attuale, di cui voi non cessate di soffrire come me, non mi lasci altro che la latitudine di tradurne un altro, fatto a sua imitazione. Poiché Jabber wocky non è che un plagio edulcorato e senza accento di un'opera scritta da me e fatta scomparire in modo che io stesso so appenaquello che c'è dentro. Ecco alcuni esempi di linguaggio a cui il linguaggio diquesto libro doveva assomigliare. Ma non si possono leggere che scanditi, su un ritmo che il lettore stesso deve trovare al fine di comprendere e pensare. [...] ma questo è valido solo se sorge di colpo; cercato sillaba per sillaba non vale niente, scrittoqui non dice niente e non è che cenere; perché possa vivere scritto occorre un altro elemento che si trova nel libro che si è perso. » (IX, 172) «Insomma, è Lewis Carroll che mi ha plagiato. Eque sto mi dà l'occasione di rivendicare l'originalità del mio testo, cioè diquella cosa che mano a mano che si sviluppa diviene del tutto inimitabile, del tutto intraducibile. La singolarità fatta testo: io stesso che parlo una lingua stra niera. Al lettore inventare la scansione capace di fargli intendere, e comprendere, il mio testo il quale, ridotto 110
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