Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

si inserisce in tal modo, a mio avviso, nella scia di Lau­ tréamont e di Kafka. Tradurre significa, ancora, e in piena cognizione di causa, darsi dei punti d'appoggio nei testi di altri poeti, che, per ciò stesso, vengono considerati come propri predecessori, temporaneamente assunti come luo­ ghi in cui le «fonti» si manifesta:q.o con una precisione ineguagliata. Salvo poi a essere condotti ad allargare l'as­ sise di quei testi, la loro tematica e, per alcuni di essi, in particolare Lewis Carroll, a intraprenderne una critica e definire, ad un tempo, la propria poetica. Tradurre rap­ presenta anche un modo di datare i testi poetici, di af­ fermarne la profonda attualità in contrasto con tutto ciò che si presenta sotto questo nome. Con quest'ultimo gesto Antonin Artaud ritrova il motivo essenziale col quale i­ naugurava il teatro delìa crudeltà, quello per cui esso avrebbe rappresentato un avvenimento. L'attuale non deve mai essere confuso col presente: se ciò può accadere, è solo e unicamente come processo di attualizzazione, come lavoro della manifestazione, che fa posto al divenire dei miti, che dà seguito all'impulso proveniente dalle fonti. «Inoltre, poiché questa necessità per il teatro di ritem­ prarsi alle fonti di una poesia eternamente appassionante e sensibile per le parti più nascoste e più distratte del pubblico, si realizza col ritorno ai vecchi Miti primitivi, chiederemo alla messa in scena e non al testo il compito di materializzare e soprattutto attualizzare questo antico conflitto: in altri termini quei temi verranno direttamente trasportati sulla scena e materializzati in movimenti, e­ spressioni e gesti prima di essere colati nelle parole». (IV, 119) 3 L'«attualità stupefacente» della poesia: questa potenza propria della lingua di manifestare - termine essenziale del momento di Rodez - le sue fonti, di lavorare le parole nel loro stesso principio, di inscrivere nel presente ciò che esso si rifiuta di sapere, di dare voce all'inaudito. Di più, questa capacità d'inventarsi una genealogia di cui 101

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