Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

l'impiego di vocaboli ed espressioni latine: «extra tem­ pus», «religio» (con allusione a Bacone), «hypoteses» e «fingere» (con allusione a Newton); ma anche, citando Rimbaud, «bateau ivre»; ancora, - sebbene nell'uso - «bric-à-brac». d) Il frequentissimo uso di similitudini, spessissimo introdotte dal tradizionale modalizzatore «come». Ne tro­ viamo già due nei brevi passi citati a campione, e una terza nel passo sul cibo del maiale. Questa particolarità della scrittura gaddiana ha ampie implicazioni, sulle quali si è soffermata, nel libro già ricordato, Carla Benedetti, (p. 41 e segg.). Corrisponde alla concezione del nesso tra tutti i «dati», al continuum _ senza interruzioni che costituisce il mondo e la vita. Lo spostamento di un pezzo sulla scacchiera - dirà più avanti l'A. - modifica le rela­ zioni tra tutti gli altri pezzi. Si potrebbe aggiungere altri elementi (l'impiego di ter­ mini tecnici, i molti riferimenti al cibo, alla . corporeità), a riprova che il Gadda della Meditazione, un saggio filo­ sofico, è assai vicino agli scritti coevi di narrativa e sag­ gistica. Un Gadda già molto diverso dalle più antiche sue .esperienze narrative e poetiche: il Diario e il racconto La passeggiata autunnale «pensato e scritto dall'A. - come suona la nota del Gaddus alla sua pubblicazione su «Let­ teratura» n. 61 (gennaio-febbraio 1963) - dal 22 al 30 a­ gosto dell'anno 1918 in Celle-Lager» e che «risulta essere la sua prima prosa narrativa». Il maggior elemento differenziale con tanta parte del Gadda successivo sembra invece essere il non-impiego del dialetto, o meglio dei dialetti. Ma questo del dialetto è un altro discorso. 77

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