Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983
Claudio Magris): autobiografia di un viaggio che si inoltra nel silenzio della follia (Timmel muore in ospedale psi chiatrico), ma fino all'ultimo tenta di ricostruire una co scienza dispersa. I quadri che Timmel ha dipinto raffigu rano un eguale destino: sono uomini «infelici», «incom patibili», «anonimi» (questi i titoli) abbandonati alla de riva, non più persone ma oggetti trascurati. Lo stesso mare di naufragio ricorre nelle opere di un altro pittore, Nathan, poi ucciso nei campi di sterminìo: i resti dispersi della Grecia, quelli stessi della contemporanea pittura me tafisica, sono battuti e ribattuti tra angosce e onde minac ciose. Questo senso di fine domina il romanzo Il diluvio di una scrittrice, Pia Rimini, morta come Nathan nei cam pi di sterminio. Per salvare alcune persone e cose dalla catastrofe, si fabbrica un vascello come l'arca di Noè e i naufraghi, tormentati dai loro istinti, cercano il sole e un oceano di nuovo blu. Anche la psicoanalisi si affida come la zattera del di luvio ad altre correnti. Come Freud parte da Vienna per il mondo anglossassone, . così Weiss nel 1931 lascia Trieste per Roma e poi per l'America. A ricordare nella città, che è stata sismografo dell'impero, la psicoanalisi, resta, come abbiamo visto, una letteratura che non abbandona l'attenzione per i fatti interiori e che mantiene nei con fronti dei conflitti uno sguardo freudiano. È uno sguardo che ormai si solleva dal buio pulsare degli eventi: è «la contemplazione del disordine» di Silvio Benco, «la distan za dai fatti» di Enrico Rocca (suicida dopo il '45) o la nostalgia delle lettere che si scambiano Saba e Weiss, ritornando alla nèvrosi della «cura») e a quella della città e dei suoi caffè. Scrive Saba a Weiss: «L'intensità della mia angoscia di vivere è indescrivibile ed aumentata dal fatto che NON SI VEDE. Così mi nascondo da tutto e da tutti: ogni discorso o frammento di discorso è per me una pugnalata...», «lei non può sapere le vere condi zioni nelle quali . vivo. Charlot pensava un tempo di fare 62
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