Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983
donna di Slataper e lo sottolinea l'amica Elody Oblath in una lettera a Scipio: «sapevo che Anna è morta ritta dinanzi allo specchio; ne ero certa, non poteva essere che così». Altri seguono la stessa sorte: il pittore Arturo Fittke, la compagna russa di Michelstaedter, la sorella del poeta Giotti (moglie del filosofo Giorgio Fano), le com messe della libreria Saba. Infine muore suicida, sempre dinnanzi allo specchio, il giorno dopo aver terminato la sua tesi di filosofia La persuasione e la retorica, giorno tra l'altro del compleanno della madre, Carlo Michelstaed ter. Il «pensiero poetante» di Michelstaedter è il punto alto della parabola triestina, e annuncia i motivi di con clusione della prima fase del nostro discorso. Egli presen te la catastrofe, ne riconosce le ragioni sotterranee, parla con chiarezza del disagio della civiltà. Rivaluta i preso cratici quali depositari di una saggezza che la cultura dell'Occidente ha impoverito e disperso. Il suo modo di sentire la Grecia è simile a quello di Nietzsche, di von Hoffmannsthal, · di Freud. Presente la psicoanalisi analiz zando la complessità di forze che costituiscono la sfera psichica. Dice: «e allora perché lo chiamiamo io e non gli ii», e precisa «la molteplicità degli ii che credono soddisfarsi e non lo possono». L'«ansia della bestia perseguitata» di Michelstaedter (allucinata quando disegna il castello di Gorizia come un Elsinore espressionista) non è isòlata. Il pittore Fittke · è disperato per l'amato «geranio lacca» che gli si offusca sulla tela e gli ultimi mesi prima del suicidio gira armato per allontanare i «persecutori». Il sensuale pittore Veruda (modello di Svevo per lo scultore di Senilità) è preso da fobie, vede negli incubi il suo cadavere abbandonato e confuso tra - altri corpi all'obitorio. Slataper nel racconto «Il freno» parla di un tram che si schianta perché il con duttore non trattiene più i freni. È Slataper a dare voce con la sua prosa-poesia Il mio 57
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