Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

punti che si possono rapidamente stabilire, dopo questa rassegna della sua comicità passata attraverso l'umorismo e il comico, è lo stretto legame che esso ha con _il motto di spirito. In Giggi er bullo c'è una presa alla lettera con condensazione di una locuzione logora, quando par­ lando de «i ferimenti der solito sconosciuto» di cui si legge sui giornali, afferma: «Mbe', er solito sconosciuto chi era? Ero io! So' sempre io er solito ignoto della not­ te!». E più avanti infila quattro motti di spirito del tipo presa alla lettera di una locuzione logora o di un modo di dire (i letti di ferro vuoto, lui ci metteva il ferro, io ci mettevo il vuoto; la moglie fatta a pezzi; il formaggio da grattare, il caffè servizio compreso). Questi cinque mot­ ti di spirito (o barzellette) non hanno niente in comune come contenuto, ma il loro minimo comun denominatore è dato soltanto dalla particolare specie del motto di spi­ rito. Afferrato il primo, lo sforzo per capire gli altri è sempre minore, e i vari singoli momenti di intellezione si susseguono con Ùn ritmo incalzante. L'accumulazione rinforza il vigore esplosivo di ogni singolo elemento, e una volta capito che la consecuzione è di tipo seriale, si viene a formare anche un fenomeno di comicità d'attesa che funziona da ulteriore collante, ribadisce la compattez­ za del tutto. Qui già si vede come il motto di spirito, che vedremo più avanti tr:asformarsi sempre più fino a diventare non­ senso arguto, si costituisce come unità di base, come sin­ golo elemento isolabile e distinguibile. Elizabeth Sewell, che è una delle prime e più sistematiche studiose del nonsenso (inglese), nel suo libro The Field of Nonsense, .afferma che una delle caratteristiche del nonsense è pro­ prio quella di costituirsi di vari singoli elementi che si susseguono uno più uno più uno più uno, in una serie precisa e ordinata nel suo allineamento, e che in qualsiasi momento la serie potrebbe disfarsi, esplodere, ma i singoli elementi potrebbero continuare a sussistere isolati, perché 47

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=