Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

rieri che combattevano uno contro mille; il re ha finito per essere assassinato dai propri carcerieri. È strano anche che di questo re non si sappia in fondo nient'altro oltre il suo rifiuto di farsi vedere; la stessa cosa, per certi aspetti, avviene per Luigi II. Si può dire anche che sia l'uno . che l'altro, per ragioni molto diverse, furono l'ultimo re. In fatto di nudità, Luigi II non ha mai voluto conoscere che «la limpida coppa dell'amore e dell'amicizia di Ri­ chard». Ma non si creda, con questo, di star raggiungendo le sfere eteree: questo Richard non era Wagner, ma Hor­ nig, il cocchiere. Il diario intimo era fitto · di ordini de­ stinati a impedire il ripetersi dei contatti impuri. Questi · ordini sono firmati Luigi, Ludwig, il Re, pronunziati in nome dell'anello dei Nibelunghi, e perfino di Luigi XIV in persona. È solo in . queste mancanze alla purezza che Luigi II ci appare finalmente come un suddito che disob­ bedisce un poco al Re, cioè non del tutto identificato a se stesso, non del tutto Re e non del tutto pazzo. Sappiamo che quel pene ingombrante che gli creava tante difficoltà non ha mai avuto accesso alla funzione fallica, e che l'amore che provava per la sua fidanzata Sofia non riuscì a farlo uscire dai problemi insormontabili che aveva col proprio corpo. Questo Re elude ogni commento. Quando vennero ad arrestarlo scrisse qualche ordine in fretta e furia: «I tra­ ditori sono condannati ad essere scotennati e frustati a morte. Verranno loro tagliate la lingua e le mani». Ma qualche ora dopo - per la verità con l'aiuto di Durkheim­ Montmartin - redige un appello veramente notevole e molto dignitoso rivolto alla Baviera perché venisse in soc­ corso del suo Re, vittima d'un complotto. Secondo Guy de Pourtalès Luigi II impersona il culto dell'illusione. È vero, si può considerare che egli abbia passato la vita a tentare di costituire un universo fanta­ smatico, ma sarebbe più chiaro dire esattamente il con- 33