Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

tutta la Baviera e tutta l'Europa, che lo credevano un Re - mentre, nel caso di Napoleone, il suo equilibrio mentale non ha risentito minimamente dell'opinione del­ l'intera Europa, che tendeva piuttosto a considerarlo un volgare avventuriero e non un imperatore. È vero, bisogna considerare la questione dell'altro come assolutamente essenziale per tutto ciò che riguarda la follia, ma bisogna servirsene solo con estrema attenzione, altrimenti si fini­ sce per fare un'apologia del più piatto conformismo. Per orientarci nella questione della follia, conviene ri­ spondere con Lacan: «la differenza fra Napoleone e il pazzo è che Napoleone non si credeva affatto Napoleone». E in effetti, ciò che con più certezza sappiamo del piccolo Bonaparte, è che ha dovuto fare una notevole fatica per costruire il suo personaggio, e che non ha mai smesso fino alla morte, di applicarvisi, salvo utilizzare i servizi di un Las Cases per completare il quadro. In altri termini, egli era del trttto cosciente della differenza fra il suo Io, il suo personaggio, questa immagine fragile e sempre da completare e la sua condizione di Soggetto, schiavo, for­ zato, galoppino dell'Imperatore. Si potrebbero benissimo confrontare la madre di Napoleone, Madame Laetitia che ripeteva «Purché duri», e il personaggio della stupida · go­ vernante di Luigi II che insegnava «L'Etat c'est Moi», ma questo non ci porterebbe molto lontano. Dovendo fare dei paragoni, conviene prendere il per­ sonaggio di Luigi XIV - di cui Luigi II aveva fatto il proprio modello - quello cui si è potuto attribuire la famosa formula «L'Etat c'est Moi», e che non è sospetta­ bile d'averla detta in disordine: «Meicost Ettal». L'aned­ dotica ci insegna che perfino il concepimento di questo gran re fu inverosimile. Luigi XIII non ha mai frequentato molto le dame (era troppo pio), probabilmente solo la regina, sua moglie, ma, veramente, non molto, al punto che il regno non sperava più in un erede. Malgrado i pii consigli del suo confessore, Luigi XIII non si decideva 22

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