Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

ficiente certezza: che essi sono stati «là», sotto gli occhi di chi così li ha visti stare, e li ha raggiunti, per la «scor­ ciatoia» fotografica, in guisa di cose o frammenti (Sulla fotografia). GEORG TRAKL Le poesie Paola Colaiacomo a cura di Vera degli Alberti e Eduard Innerkofler Milano, Garzanti, 1983 Una nuova edizione delle poesie di Trakl, per quanto costretta · a confrontarsi con le ormai storiche versioni di Giaime Pintor e di Leone Traverso e con l'ottima si­ stemazione datane da Ida Porena 1 , costituisce sempre un apprezzabile contributo alla conoscenza di un poeta con­ troverso e di non facile lettura 2 • Può capitare, come capita ai curatori di questa nuova edizione, di doversi muovere in margini ormai resi ristretti da prove che hanno fino all'estremo sondato le possibilità interpretative del testo, e d'altra parte la poesia trakliana non consente di evadere troppo da una parola particolarmente scheletrica ed es­ senziale 3 • Fatte queste opportune considerazioni, resta fermo che l'occasione si presenta favorevole ad una rifles­ sione, seppure sintetica, sui principali aspetti del lirismo tragico di Trakl. Cantore di un'epoca lacerata, intimamente ferita da un destino di morte, Trakl ne fu la voce più autentica­ mente sofferta, lucidamente cosciente che solo retaggio della modernità è il dolore, lo sguardo aperto sulla rac­ capricciante «fine della progenie». È anzi a partire da questo sguardo, da questo occhio impietosamente spalan- 196

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