Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

perenne trasformazione vitale, contrariamente alla ripeti­ zione immobile dello stile classico, che per Ruskin altro non è che adeguamento a un codice precostituito. Per questo il Gotico non coincide tanto con figure prestabilite, non c'è un «Gotico classico», e se è accaduto che la guglia abbia caratterizzato il Gotico è perché «le proporzioni dell'arco acuto si possono mutare all'infinito, mentre un arco a pieno centro è sempre lo stesso». Gotica è la cat­ tedrale di Amiens ma, a suo modo, lo sarà anche la torre Eiffel, e ogni pinnacolo che lancia un «ardito interrogativo al cielo». La «goticità» è per Ruskin l'essenza stessa della ricerca e dell'invenzione, la costante traduzione in forma artistica o letteraria dell'incessante e metamorfico fluire del pensiero e dell'ideazione umana, plastica scrittura del­ la vita dello spirito. E poiché tradurre è variare, il Gotico è essenzialmente arte della variazione, autonomia del sim­ bolico nell'impossibilità della resa mimetica di una mor­ fologia «naturale». Proprio questo suo carattere e la con­ seguente adattabilità del Gotico a ogni funzione fanno sì che a parere di Ruskin esso sia fra gli stili « l'unico razionale». È evidente che l'impianto epistemologico di un tale discorso, negando recisamente una visione tecnica e pro­ spettica, «oggettivante», della realtà, e postulando un nes­ so indissolubile fra soggetto e oggetto dell'operare artisti­ co, anticipa temi della fenomenologia e della psicologia della Gestalt. E in ogni caso, se nel Gotico quel che trova espressione è la singolarità contro la serializzazione, l'o­ pera artigiana contro il prodotto standard, esso è costan­ temente attuale, in particolare nel ritorno in grande stile del «décor» in quella che viene chiamata epoca postmo­ derna. Ma a dire il vero, il Gotico nel discorso di Ruskin è metafora di un più ampio problema. Occorrerebbe per questo tener conto dei suoi scritti sui rapporti fra arte ed economia (cfr. Economia politica dell'arte, Moizzi 1980), nei quali si estingue l'idea romantica di un'incontaminata 176

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