Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983
mento dei ruoli, ecc. » (Ibidem, pag. 117). Gli eventi della vita reale, la loro struttura pulsionale, dopo aver deter minato la struttura della narrazione, generano movimenti simili nella frase. Per Fonagy questo processo risulta, così, sovradeterminato da «figure di pensiero» di origine pul sionale, non linguistica, che agiscono contemporaneamen te nell'organizzazione della frase e della nari-azione. Men tre figure di pensiero di origine pulsionale creano gli svi luppi di una tensione-distensione che nella narrazione de motivano e riducono al minimo le originarie rappresen tazioni della vita reale, queste stesse figure di pensiero permangono appunto come ridondanze (scambi di attri buto, strutture parallele, coppie di sinonimi o di antitesi, inversioni, incisi, ecc.) nei vari livelli organizzativi della narrazione, e nella frase stessa. Il libro di Fonagy si chiude con alcune riflessioni sulla propria concezione generativo-pulsionale. Vi è rapporto tra figure di pensiero e forme di pensiero? L'analogia tra strutture del contenuto e strutture logiche e operazioni matematiche appare implicare una più ampia rilevanza di strutture pulsionali anche nelle forme più elevate di astrazione, quali le strutture chiasmatiche utilizzate nella fonnulazione delle verità scientifiche. L'importanza del l'antitesi, del binarismo (analisi mediante opposizione) nell'analisi scientifica è ciò che Fonagy propone alla ri flessione come nota ottimistica: derivate dalla pulsione di morte, queste fondamentali figure di pensiero vengono utilizzate per orientare il pensiero verso rapporti nuovi ed inaspettati, nella ricerca scientifica e in poesia. La forma strutturale che esse assumono in poesia, una ri dondanza inter-strutturale tra più livelli, è appunto la «ri petizione creativa » che si dimostra anche in questo caso capace di porre al servizio dell'evoluzione ciò che deriva dalla pulsione di morte. Giampaolo Sasso 172
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=