Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983
lo Stato che l'Io si trovano smembrati nei loro elementi letterali prima d'essere ricomposti in un altro modo. È irrisione o irragione? Invenzione poetica o neologi smo di pazzo? Dissociazione schizofrenica o ristruttura zione paranoica? Si tratta di una costruzione, quella d'un castello, Lin derhof, situato presso il borgo di Ettal, che diede a Luigi II il pretesto per formulare questo nome barocco per il suo castello. Non si potrebbe esprimere meglio il fatto che alla dissociazione del suo Io, identificato allo Stato, Luigi II rispondeva con una costruzione, quella dei suoi castelli. I castelli di Luigi II somigliavano al loro prom,otore: di difficile accesso come fortezze, imitavano i più grandi castelli e ne superavano le dimensioni, riunivano stili di tutti i paesi e di tutte le epoche, erano ornati di rappre sentazioni allegoriche dei Nibelunghi, avevano la funzione di realizzare l'essenza stessa del castello. In questo hanno innanzi tutto qualcosa di simile ai castelli di sabbia dei bambini o al palazzo del celebre postino Cheval. Castelli barocchi per un re barocco, sempre in costru zione e mai terminati; erano perfetti innanzi tutto per la loro perfetta inutilità. Non furono mai abitati; furono invece frequentati dai fantasmi.di Luigi XIV e di Maria Antonietta, cui nella notte si univa la figura non meno fantomatica del Re. Luigi II non se lo nascondeva: perché solo questa compagnia di fantasmi? Perché sono i più facili da congedare. Gli altri visitatori erano male accetti. Per i cortigiani non c'era posto, e le cortigiane che provarono ad intro dursi presso il Re vergine per ottenere i suoi favori furono ridicolizzate da tutta l'alterigia che il suo rango e insieme la sua follia gli conferivano. Anche i ministri e i diplo matici accreditati presso la persona del Re erano trattati da importuni, e possibilmente nascosti alla sua vista da 17
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