Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

indispensabile per farvi percepire che la follia è un affare di Stato. Cosa succede, allora, quando il Principe diventa pazzo, come nel caso di . Luigi II di Baviera? La domanda può apparire piuttosto vana, perché que­ sta eventualità è tutto sommato improbabile; ma soprat­ tutto perché, malgrado le nostre denegazioni, conserviamo idee un po' semplicistiche sulla follia, considerandola co­ me un fenomeno completamente a sé. Effettivamente il problema è di scarso interesse se capita, per esempio, che il Principe si creda d'essere un cane, come nel caso di Ottone, fratello di Luigi Il. · Allora ognuno può ben capire - anche se non è una cosa facile da spiegare - che non si addice ad un Principe abbaiare all'arrivo degli ospiti. In un caso simile gli psichiatri sono unanimemente sostenuti dal consenso generale - quello della Corte, dei borghesi e anche del popolino, che non tollererebbe che si facessero cose del genere nelle proprie capanne, e che è pronto quindi a rifiutare il modello identificatorio pro­ posto dal Principe, cioè il cane, In questo caso non vi sono difficoltà né scrupoli ad allontanare il Principe dal potere e dalla frequentazione dei galantuomini. Con Luigi II la cosa fu molto meno semplice. Tutti erano d'accordo nel considerarlo uno spostato, ma non c'era verso di fargli accettare di vedere uno psichiatra, diffidente com'era nei confronti di costoro, senza dubbio perché ne aveva visti troppi attorno al fratello Ottone. Il solo che fosse riuscito ad introdursi presso il Principe lo fece con l'astuzia e col pretesto di un esame dentistico: lo psichiatra rimase abbagliato dal fascino del Principe, _e non smetteva più di lodare la sua acutezza e il suo equilibrio. Alla fine gli psichiatri che diedero la garanzia «scientifica» per la destituzione di Luigi II non lo esami- · narono affatto, ma si accontentarono di giudicare il suo 13

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