Il piccolo Hans - anno X - n. 38 - aprile-giugno 1983

imporre una austerità che la destra non avrebbe mai po­ tuto ottenere dai sindacati. L'alienazione - è di questo che si tratta - è ciò che ci permette di credere d'aver scelto noi il capo e la legge che in realtà subiamo. È a proposito delle elezioni che quel grande giurista che era Kelsen si ricordò del suo amico Freud e disse che i giorni delle elezioni apparten­ gono all'ordine delle cerimonie totemiche, nel corso delle quali il popolo, poiché ha avuto l'audacia di andare contro al terribile animale totemico, si regala per un giorno l'illusione d'essere l'autore delle leggi. Ebbene... è un peccato per le nostre convinzioni demo­ cratiche, ma è preferibile conoscerè le nostre alienazioni, alle quali non sfuggono in ogni caso neanche i nostri capi, sospesi ai sondaggi d'opinione, e, come noi, così poco liberi. Tutto ciò, nelrimmaginario, fa la funzione di quello che in diritto si chiama sistema rappresentativo: vi dirò· solamente che si tratta di una faccenda maledet­ tamente imbrogliata, il che è poi tutlo quello che potete scoprire in psicoanalisi, per esempio aprendo il vocabo­ lario di Laplanche e Pontalis alla voce Rappresentazione. Mi sembra che di questa alienazione sia stata data una buona formula: «L'Etat c'est Moi». Notate bene che l'enunciatOre di questa frase non può essere nessuno. Se la dicesse l'inquilino dell'Eliseo non avrebbe forse torto, però tutti troverebbero che esagera. Detta da un inquilino di Sant'Anna non favorirebbe di sicuro un'imminente di­ missione. Il fatto stesso che la dica io richiede, per essere ammissibile, che mi diffonda a lungo sui problemi dell'a­ lienazione. La paternità di questa frase è attribuita a Luigi XIV e alla Regina Elisabetta, ma è sicuramente falso. Quanto a Luigi II, vedrete cosa ne ha fatto, di questa frase. Per il momento vi dico solamente che è questo, questa trasformazione, che ha attirato il mio interesse verso questo re. Scuserete quindi questo lungo preambolo, 12