Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
zione, o un'incisione, rispetto all'originale. Anche la poesia alla farfalla è così.. In questi due anni ho consumato tutta la mia memoria... D. La lucciola non l'avevi dimenticata. W. Cavalcavo sotto la neve, l'altra sera, e non potevo spingere il cavallo al galoppo, ché aveva perso un ferro; tutt'a un tratto, quando sono arrivato all'abbeveratoio che c'è nel parco di Lord Darlington, e si stava facendo buio, m'è tornata alla mente la nostra casa di Racedown, e quella volta che avevo tenuto per tutto un giorno una lucciola nascosta dentro una foglia, per fartene una sor presa la sera. Tu non avevi mai visto la luce di una Jucciola. Mentre scrivevo la poesia, non sentivo più il freddo alle mani, né la pena per Mary, che avevo lasciato sotto la tempesta, e doveva fare sei miglia a piedi per tornare a casa sua. Nemmeno dei sobbalzi del cavallo mi accorgevo; quando è caduto sulle zampe anteriori sono scivolato giù anch'io. D. lo, quell'episodio di Racedown l'avevo dimenticato. [Recitano insieme «La lucciola»] W. Adesso hai questa poesia. D. E tu hai ancora dei ricordi. W. Quando un'immagine torna dal passato, improvvi sa e inspiegabile come una visione in un sogno, scrivo per trattenerla con me. Vorrei fermare il sogno, e poterlo contemplare finché mi piace; ma poi son _ o come Orfeo, dopo che si è voltato a guardare Euridice. Quel momento perfetto, quella goccia rotonda di tempo, io l'ho persa: il mio spirito non può più nutrirsene. 101
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