Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

aspetto della sua poetica è il risultato di una speculazione sulla lingua della moneta, ma anche, e soprattutto, percl�é Villon, da ricco banchiere, eccezionalmente esperto nell'arte del «cambio», sa che cosa occorre per trasmutare la moneta della lingua corrente in una moneta fittizia più vera dell'altra, proprio perché falsa e di nessun valore nel commercio ordinario, ma altrettanto meravigliosa e ab­ bondante quanto quella distribuita dal Prince des Sots il giorno della festa, per nulla, per gioco: A chascun l'escaille d'un oeuf Plaine de francs et d'escus vieulx. Pour le donner entendre mieulx, Escuz tels que le Prince donne! (L. 267-8 e 271-72) Vedere, a proposito del «Cambio» la bella analisi di J. Dufournet sul giovane Merle (ottava CXXVI del Testamento), in Recherches, cit. t. II, pp. 421-428 e in Nouvelles Recherches sur Villon, Paris, Champion, 1980. pp. 144-147). 10 Lo «spostamento» metaforico, o peregrinatio, è il risultato di un «ringiovanimento» delle parole. La parola deve spostarsi altrove (et peregrinetur alibi, v. 761), deve andare ad alloggiare, nuovo ospite, nei terreni di un «altro» (Fundet in alterius fundo: sit ibi novus hospes, v. 762). Cfr. Poetria nova, in Farai, op. cit., pp. 220-21. 11 Vedi in Martianus Capella, De Nuptiis Philologiae et Mercurii la descrizione della vestizione della Dama Retorica, che avanza «... ar­ ma in manibus... haec cum in progressu arma concusserat... », lib. V, 426, 10-30, p. 211, èd, Dick. Cfr. anche il nostro libro La vie de la Lettre au moyen age, a proposito di come si adorna Alessandro, Paris, Seuil, 1980, p. 115. 12 Geoffroy de Vinsauf, op. cit., tratta della messa in forma del­ l'invenzione nelle metafore della vestitio e della capigliatura «che la poesia - dice - veste la materia · delle parole. Quando viene a servire essa (la materia) si prepari con buona disposizione a rendere omaggio a questa donna (domina, la Poesia), e curi di non avere una testa sgradevole per i capelli irsuti, o il corpo rivestito da abiti censiosi (... caveat sibi ne capu.t hirtis/crinibus... aut corpus, pannosa veste displiceant...); ed. Farai, op. cit., p. 199, vv. 61-64. 13 Marot, Clement, Aux lecteurs, prologo alla sua edizione di Vil­ lon, 1533, edita da G. Guyffrey (ristampa Slatkine, 1969, Il, pp. 266-267). 14 Riens ne m'est seur que la chose incertaine obscur fors ce qui est tout evident Doubte ne fais fors en chose certaine, Science tiens a soudain accident Je gaigne tout et demeure perdent (P. V., II, 11-15). 15 Per la più recente messa a punto di questo problema vedi J. Dufournet sui nomi di Villon, in Recherches, cit., t. I, pp. 21-25. 16 Come scrive Pierre Guiraud: «La soluzione - o, in ogni caso, una delle soluzioni - è che l'autore del Lais e del Testamento ha 97

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