Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

Repoz eterne! donne a cil, Sire, et clarté perpetuelle (1891-1893) Tuttavia, la scena del Testamento non soltanto prose­ gue al di là di questo Verset, ma il nome di Villon ritorna ne ll a . seconda delle due Ballades che seguono alle ultime disposizioni date agli esecutori testamentari. Ci si è meravigliati che il poeta riprenda il le, mentre il pronome impersonale sembrava dover segnare un punto d'arrivo 35 • È vero, ma occorre notare che questo le scom­ pare precisamente nella strofa che contiene il nome di Villon: Icy se clost le testament Et finist du povre Villon. Venez a son enterrement, Quant vous orez le carillon, Vestuz rouge com vermeillon, Car en amours mourut martir; Ce jura il sur son coullon, Quant de ce monde voult partir. Et je croy bien que pas n'en ment _ (1996-2004). Che cosa bisogna pensare di questo secondo finale che quasi perturba il risultato compiuto? A chi bisogna riferire questo le che parla di un il, che è contempora­ neamente lo stesso e un altro? Ci sembra che questo finale trovi tutta la sua pertinenza soltanto se lo si ricon­ duce a quanto abbiamo detto a proposito del Lais, del Villon che «non era Villon»: giacché il nome aveva fun­ zione di risonatore della rinomanza del padre rinnegato. Quest'ultima scena apre al testo una prospettiva del tutto nuova: la prospettiva di uno sguardo che viene dal di fuori e di una voce che invita all'inumazione ufficiale 93

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