Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
si sta nella doppia faccia maschile e femminile del sin tomo con cui l'isterica e l'isterico risolvono la questione riuscendo ad essere attraverso il proprio sintomo contem poraneamente uomo e donna, mentre nella divaricazione dell'ossessivo ci sarà molto meno soddisfazione ma il ten tativo disperato di tenere il più vicini possibile i poli opposti. Ma quella che abbiamo definito «la più felice» soluzione della fobia, la perversione ci risponde: ma no, ragazzi, c'era una volta un pezzo di legno. La questione della differenza e dell'identità non è più un travaglio. Guglielmo Meister è già lì sulla scena dove tutto ciò che lo circonda gli rimanda questa risposta, lì dove, della questione del passaggio, lui, non ne sa niente. Ecco perché direi che qui si spiega come mai tra tutti gli analizzanti che vanno e vengono nello studio dell'ana list�, il perverso ha questa straordinaria capacità di scom parire e riapparire senza spiegazioni, apparentemente sen za alcun motivo se non quello che l'analista conosce o dovrebbe conoscere, quello cioè che ho segnalato nel caso di Graziano: Cioè il perverso scompare ogni qualvolta si affaccia nella sua analisi qualcosa che riguarda il fatto che un pa?saggio c'è stato, che si affaccia la possibilità che non un artifizio, ma la Natura gli abbia dato origine, che non con la matrigna della fiaba, con una madre ma trigna, con una Natura cioè artefatta e artificiale, ma con una Causa egli abbia a che fare. Per poi magari riapparire dopo sei mesi, due anni chissà senza nessuna altra spie gazione che il fatto stesso di essere lì, già lì. Un salto giù dal terrapieno e la giovane omosessuale del caso freudiano scompare dalla · scena cui spettatore è il padre. La scomparsa del burattino sotto la scena non è una fine, ma è un tratto del suo movimento. L'apparizione e la scomparsa dal teatro della seconda guerra mondiale della figura del Fiihrer, la sua cosmolo gia, e la sua passione per una razza che aveva come ca- 10
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