Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

che significa «vegetare» 8 , fornisce il punto di partenza. Tutta la . catena significante che trae Òrigine dal nome germinale Vegece si riferisce al lavoro di fecondazione di un'opera futura, mentre l'Anger del Lais, nella favola del suo nome, designa la ter . ra lontana da fecondare, da enger: A Dieu! je m'en vois a Angers (v. 43). Per Villon si tratta dunque di rinventare una lingua altrove. Che egli traduca il suo desiderio in termini di un trapianto o del conio di una moneta 9 non significa che occorra senz'altro interpretare queste due immagini in senso puramente erotico, o addirittura osceno e scon­ cio, come ritiene la maggior parte degli esegeti. Ciò rap- . presenterebbe una grave incomprensione della portata del dire di Villon. Tutta la catena delle metafore, incluso il significato delle monete, fondata sull'idea di fecondità, si offre contemporaneamente ad un senso in pari tempo erotico e retorico. Infatti, ciò che costituisce la posta in gioco in tutta l'opera di Villon è precisamente il rapporto erotico che egli intrattiene, e non cesserà di intrattenere in forme molteplici, con la lingua del suo desiderio, quella della dame sans mercy, la vera, l'unica, a riassumere tutte le altre figure femminili della lingua, la sola di cui Villon si dirà, sino all'ultimo, e derisoriamente, l'amante martire. E · allora quanto si designa, in piena equivocità, nelle immagini erotiche dell'innesto, della germinazione, dello scavare o del piantare (immagini, del resto, saldamente impiantate nella tradizione retorica) non è piuttosto tutto il lavoro d'invenzione effettuato sulla lingua femminiliz­ zata i cui termini funzionano qui come metafore ma.trici e speculari di tutto il processo della metaforicità in quan­ to tale: vale a dire spostamento incessante o trasporto di senso verso un «fondo straniero», come dice così ef­ ficacemente Geoffroi de Vinsauf' 0 ? 60

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=