Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

dirlo, certamente facile da leggere, provate, se sapete ac­ contentarvi di spostarvi in un mondo che è strettamente quello di una cogitazione, senza cercarvi alcun frutto, co­ m'è vostra cattiva abitudine. Voi ci tenete molto a cogliere delle mele sotto un melo, anche a raccattarle da terra: tutto è meglio per voi piuttosto che non raccoglierne af­ fatto. La permanenza per un certo tempo sotto un melo la cui chioma può bastare a captare la vostra attenzione, · per poco che ve ne obblighiate, avrà quanto meno questo di caratteristico, che non potrete trame nulla se non l'af­ fermazione che nient'altro può essere detto vero salvo la conformità ad una struttura, che io, a mettermi un istante fuori dall'ombra di questo melo, non situerei nean­ che come logica, non, come precisamente afferma l'autore, grammaticale, la quale struttura costituisce per tale au­ tore quel che egli identifica al mondo. La struttura grammaticale, ecco cos'è il mondo. Di vero, insomma, non c'è che una proposizione composta comprendente la totalità dei fatti che costituiscono il mon­ do. Se noi scegliamo di introdurre nell'insieme un elemen­ to di negazione che permetta di articolarlo, dovremo na­ turalmente estrapolare tutto un insieme di regole che co­ stituiscono una logica: Ma l'insieme è, egli dice, tautologia, ossia tanto cretino quanto il fatto che qualsiasi cosa voi enunciate è o vera o falsa, e che enunciare _ questo, che è o vera o falsa, ebbene è forzatamente vero, ma ciò anche annulla il senso. Tutto quel che vi ho detto, egli dice nella proposizione 6.54, perché le numera, tutto quel che ho appena enunciato qui è, a parlare con esattezza, Un­ sinn, ossia annulla il senso. Niente può dirsi che non sia tautologia. Ciò di cui si tratta dopo esser passati per una lunga circolazione di enunciati di cui vi prego di credere che ciascuno è estremamente avvincente, è che il lettore può salire sopra a tutto quel che è stato detto per concludere che non c'è nient'altro . di dicibile, ma che tutto quel che può dirsi non è che non senso. 45

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