Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
Questa è la difesa · che la perversione persegue. «Gu glielmo doveva tradursi tutto in termini teatrali, se voleva comprendere qualche cosa». I piccoli strumenti dell'ore ficeria e il trattato che ne · contiene il segreto, la collezione può essere così smarrita e ritrovata, in quanto -probabil mente è un'altra. Che cosa ha di comune una collezione di quadri e una collezione di statue? Ad accomunarle · per Guglielmo non a caso è la figura del «figlio malato del re». Questo è il segnale, ciò che resta invariato e perme_tte l'interscambiabilità degli oggetti del desiderio. Ma questo figlio malato del re trova la soluzione nella grande «trama» del Meister che si rivela alla fine, con l'apparizione di Felice come figlio di Guglielmo, bambino già cresciuto, la cui morte apparente e la cui guarigione miracolosa si giocano entrambe - come per Pinocchio - su una bugia. L'elemento di falsità grazie al quale vita e morte si sottraggono alla Natura. Allora Mignon può scendere, «tagliato il filo della vita», nella tomba, un meccanismo ingegnoso fa sì che il corpo, peraltro imbalsamato, sul quale i colori della vita sono ritornati grazie , all'artificio, entri nel marmo. Sul braccio, il ·marchio, l'impronta di un crocifisso, «l'immagine del crocifisso finemente impressa in centinaia di piccoli punti sul tenero braccio», un crocifisso bluastro «accompagnato da diverse lettere e segni». I tollini che i bambini si schiac ciano sulle braccia o le gambe fino a che lasciano una piccola coroncina, o i giochi con il cibo, i piselli o il riso sulla pelle, piccoli rilievi che dall'infanzia dei nevro tici lanciano segnali di quello spazio di incertezza dove la scelta per la nevrosi o per la perversione lascia nei nevrotici una specie di rimpianto di un paese abbando nato ma in realtà mai conosciuto. Essi «non devono vedere», se non in sogno, «le colonne e le statue di cui era rimasto un oscuro ricordo». Non devono ritrovarsi, se non in sogno, «sulle sponde del lago dove si'divertiva a raccogliere pietruzze». 33
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