Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

chiacchierò e si bevve ma le donne guardavano di tanto in tanto impaurite verso la porta. I ragazzi che seduti sulla grande poltrona spuntavano fuori del tavolino come tanti Pulcinella di legno fuor della cassetta, cominciarono a improvvisare davvero una recita di burattini. Mignon imitava molto bene la voce nasale e alla fine i ragazzi si misero a battere le teste fra loro e contro lo spigolo della tavola, e tanto forte come se avessero davvero delle teste di legno. Mignon era di un'allegria indiavolata e i nostri ospiti per quanto in principio avessero riso allo scherzo, dovet­ tero in fine frenarla. Ma poco giovò la persuasione: la fanciulla saltò su e come invasata, col tamburino in mano, si mise a correre intorno alla tavola. I capelli svolazzanti, il capo buttato all'indietro, tutte le membra quasi lanciate in aria, pareva simile a una di quelle menadi i cui atteg­ giamenti selvaggi e quasi impossibili spesso ci stupiscono anche oggi negli antichi monumenti» (p. 748). La perversione che si manifesta così spesso in analisi in sogni di elementi neoclassici, l'apparire di statue e colonne, si struttura su questo, che mi ricorda il sogno breve di un paziente: riuscito ad addormentarsi dopo ore di angoscia, il sogno lo conduceva a Pavia dove si ritro­ vava dinanzi a un monumento. All'instaurarsi dell'ango­ scia, la risposta e la soluzione del perverso è nel gioco infantile legato al nome di questa città, Pavia= Pa via, l'allontanamento della figura paterna e l'apparizione, al suo posto, del monumento. L'eredità e il talento C'è stato un trasloco nella vita di Guglielmo, come spesso un trasloco si ritrova nelle analisi dei fobici, tra i tre e gli otto anni. In questo caso i bambini hanno in · genere chiesto di tornare nella vecchia casa - ricordiamo 21

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