Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
Saussure «il ne sera pas question»), 1) si accertano precise norme strutturali per la composizione dell'anagramma, 2) questo · si compie sempre in segni codificati, 3) il suo significato corrisponde sempre a un tema I o a un valore testuale dell'enunciazione poetica. Niente di più estraneo (e contrario), come si vede, all'idea di stabilire nel testo una «rete» di rapporti e scambi anagrammatici e di valori simbolici prodotti in piena indipendenza dal sistema in gioco. Il lavoro di Sasso, però, si protrae ed elabora il proprio metodo fino all'allestimento e alla prova di modelli e criteri d'ordine generale: Questi si applicano nell'indagine e nella definizione dell'impiego di unità distintive e ma terie e forme di significanti linguistici, e stabiliscono, an che in procedimenti e rappresentazioni d'analisi statistica, differenze precise o calcolabili (di pertinenze e caratteri generali, appunto) tra il linguaggio (e l'elaborazione di strutture, la scrittura) della poesia e il linguaggio ordina rio. Bisognerebbe indugiare sulla materia del capitolo no no, e svolgerla e utilizzarla nei prospetti d'analisi, nei dati, nelle argomentazioni, per farsi un'idea dell'utilità in cui il lavoro di Sasso può distinguersi (anche in ordine all'interpretazione di singoli testi letterari), se istituisce e controlla, volta per volta, il suo specifico rapporto con la forma reale e il ruolo del linguaggio organizzato. Si prova l'interesse messo nella discussione anche nell'atto - qui conclusivo - di arguire per il metodo puntualità ed efficacia di applicazioni e sviluppi. Italo Viola NOTE 1 E prenderebbe in questo caso il nome, in qualche modo pri vilegiato, di ipogramma, che Starobinski indica come il _ più appro priato tra i non pochi ideati da Saussure: cfr. J. Starobinski, Les mots sous les mots. Les anagrammes de Ferdinand de Saussure, Paris, Gallimard, 1971, pp. 30 ss. 173
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