Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
Ecco qua un feticcio, direbbe Freud; con la giocosità, la facilità che la scelta del feticcio comporta. Nessuno, nota Freud, è mai entrato in analisi a causa del feticcio. Forse ci illumina sapere che il giorno dopo Guglielmo lo passò in teatro per le prove dell'Amleto. Due grandi quadri raffiguranti il vecchio re e il nuovo re furono ap pesi a Guglielmo dispose che mentre la regina avrebbe guardato verso il ritratto del primo, lui, Amleto si sarebbe invece contemporaneamente volto verso lo spettro. L'at tore per lo spettro mancava, un biglietto elegantemente stilato aveva promesso a Guglielmo che al momento giu sto lo spettro si sarebbe presentato. Infatti (p. 745) «quando Orazio esclamò: Guardate là egli viene! - si voltò di scatto, e l'alta, nobile figura, dal passo lieve e silenzioso, dai movimenti così leg geri sotto l'armatura che appariva così pesante, gli fece un'impressione tanto forte che stette lì come impietrito... - Io sono lo spirito di tuo pa dre». Il feticcio rientra indubbiamente nella scelta della per versione e ne è l'aspetto felice. Quando parliamo di una soluzione «felice» della fobia alludiamo senza dubbio a questa possibilità di aver spostato altrove, dove non im porta, e proprio perché non importa dove, questo non fa più problema, l'oggetto intÒmo al quale sembra costi tuirsi prima l'angoscia e poi la fobia. Ma è qui, quando lo spettro del padre appare sulla scena dove Guglielmo sta recitando Amleto, è qui che forse ci è permesso avanzare un'ipotesi. Guglielmo rimane impietrito dinanzi a ciò che gli ap pare, e ciò che gli appare è suo padre, non il vecchio re ucciso... ma è poi suo padre? Che cosa è suo padre? In che cosa consiste il divertimento, il piacere di Gu glielmo, la notte prima? Nell'aver giocato con le panto- 16
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