Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

un pianeta della stella Sirio. Qui il protagonista, colui che dice io, aveva «il volto di un gabbiano, le elitre di una cicala, lunghe gambe brune da mantide» (p. 45); ri­ cordava con dolorosa nostalgia «le lunghe sottilissime gambe protese sul corpo della mia femmina astrale, le sue sul mio, appena sensibile, in quelle che sono le prime fasi, le più dolci forse, anche se le meno intense, di ciò che nella nostra razza extraterrestre corrisponde - ma con quanta maggiore intensità e durata - al misero, ra­ pido, unirsi dei sessi sulla terra» (p. 148); era, insomma, come ancora dirà, un «aracnoide», un grande ragno. Ma il ragno - si obietterà - non è un insetto, ci dice la scienz"a classificatoria, anche · se, in quanto artropodo, con gli insetti ha una certa parentela e comuni, ma remoti, antenati. Obiezione di un sapere che tuttavia non riesce a staccare - e non solo nel romanzo - l'imago del ragno da quella, per me contigua e coniugata, dell'universo degli insetti; così come una più attenta osservazione del quadro non riesce a convincermi che gli esseri mostruosi raffigu­ rati da Hyeronimus Bosch nei due trittici «delle delizie» e del «Giudizio universale» · da me in Sorella H ripresi e ridescritti, non abbiano a che fare, forse per il loro «pul­ lulare» con l'universo degli insetti. In un altro romanzo, Le donne non la danno, gli insetti ritornano, e questa volta come distinti e separati dalla famiglia degli altri animali, più di loro meccanici, r:ipe­ titivi, e persino, oserei dire, burocratici. Una serie di me­ tafore, anche · se solo accennate, o addirittura in absentia, li collegano alla grande famiglia artificiale dei computers, che anch'essi 'ronzano' nella notte, accendono · all'improv­ viso i loro occhi immobili, calcolano, · moltiplicano innu­ merevoli cifre, rina moltitudine di cifre: macchine che, nel romanzo, si situano in una zona incerta tra il mec­ canico e l'animale, tra l'astratto ripetitivo (si calcola che un'invasione di cavallette può contare oltre un miliardo di esseri) e la facoltà di pensare, di elaborare. 135

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