Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

è il poeta stesso, una volta tanto non più crisalide, ma farfalla,"«presa in una ragna di fremiti di olivi, di sguardi di girasoli», ad abbandonarsi a questa «dolce cattività». Sarà, ancora una farfalla ad aprire le ancor più rare occorrenze di figure di insetti nelle Occasioni. Ma si trat­ terà, questa volta, di «...un insetto orribile dal becco/ aguzzo, gli occhi avvold. come d'una/ rossastra fotosfera, al dorso il teschio/ umano; e attorno dava se una mano / tentava di ghermirlo un _ acre sibilo/ che agghiacciava». Un insetto che richiama la morte - e non solo per il suo nome volgare, sfinge testa di morto, e per quello dotto di Acherontia atropos - ma nel contesto stesso di questi «Vecchi versi», ove troviamo «una vita che disparì sotterra: insieme/ coi volti familiari che oggi sperde/ non più il sonno ma un'altra noia...». Una descrizione in chiave di orrido che ne ricorda un'altra in «Sera dif­ ficile», uno dei testi in prosa de La farfalla di Dinard: «...Una pantegana che attraversava l'acqua, il corpo visci­ do e gonfio semisommerso la lunga coda oscena, zigrinata come un cavaturaccioli, il muso sollevato tra la segatura e le bucce di . limone a fior d'acqua, gli occhi sudici, i lunghi baffi grondanti, le zampette che battevano vortico­ samente tra il pattume del rio». E quasi nient'altro. Ritorna l'immagine del fitto degli insetti in «la nube di moscerini» di «Verso Vienna», nel volitare «di farfalle minutissime» di «Verso Capua», ne «la nera correntia sorvolata di libellule>> del mottetto «La canna che dispiuma», negli «sciami del querceto» di «Ma così sia, Un suono di cornetta». Ritorna, nel mottetto «La rana, prima a ritentar la corda» il «ronzio», questa volta «di coleotteri che suggono/ ancora linfe» (ma qui il ter- · mine tecnico, coleotteri, esclude ogni parvenza di imita­ zione classica); le cicale sono ridotte a un «guscio» che «l'acacia ferita da sé scrolla»; delle farfalle, a parte i citati «Vecchi versi», non rimane se non «la cavolaia folle» di «L'estate»; mentre riq)rrono addirittura in absentia, anche 123

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