Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983

sue braccia: il cuore della perversione è all'esterno, nel portarsi la mano al cuore. Il duro e il molle. Ma il duro non è l'ossatura del molle, ma, come nel sogno che ricorderete di Graziano è il suo guscio. Il granchio, la noce. (p. 702) «Vi ripeto ancora la mia promessa, - esclamò, · e ricadde indietro sui cuscini. Tutti stavano zitti: si vergognavano, ma non si sentivano consolati; Filina intanto, seduta sul baule schiacciava delle noci che s'era trovate in tasca». Guglielmo si lascia andare sui morbidi cuscini, Filina schiaccia le noci. Un chiasmo si configura tra queste due qualità, il morbido che appartiene a Gugliemo, il duro a Filina. E anche qui un suono, il rumore secco del rompersi delle noci. E vediamo la poesia di Mignon che viene fatta stare nel succedersi degli avvenimenti: (p. 762) apre la roccia il duro grembo e il suolo d'occulte acque ristora Il rumore delle acque, il liquido, la durezza della roc­ cia. Ma qui ci si rivela ancora come non sia il duro a penetrare il morbido, ma il grembo sia di roccia e il �or­ bido vi penetri. Il rigido della marionetta e il morbido della stoffa. (p. 590) «Guglielmo entrò. Con che impeto ella gli volò incontro! Con che rapimento egli avvolse il brac­ cio intorno alla sua rossa uniforme, strinse al petto il bianco giubbetto di raso!» 14

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