Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
gio Sulla poesia ingenua e sentimentale, che ho voluto parafrasare nel titolo. E infine - last not least - «satirico», nel senso etimologico, sarà l'andamento di questo mio dire, ove verranno a convergere e ad · intrecciarsi, non senza, credo un qualche ingorgo logico, diverse tematiche: la figura degli insetti in Montale, anzitutto, come dicevo, e, più in generale gli insetti in riferimento ad alcuni e lementi delle rappresentazioni che di essi d facciamo; alcuni interrogativi, infine, forse del tutto soggettivi, sulle ragioni che mi hanno indotto a inserire proprio gli insetti, e con vario significato simbolico, nella mia narrativa. Un argomento quest'ultimo che, dopo aver ascoltato Paolo Volponi, mi sembra, da parte mia, contrassegnato da una certa immodestia. E di questo, come del resto del disor dine dell'esposizione, tengo a scusarmi con voi. Montale, dunque. Ma perché proprio Montale? Allor- . ché gli amici Sergio Finzi e Virginia Finzi Ghisi mi hanno parlato del tema di questo nostro incontro, La natura e la grazia, ho subito pensato alle raffigurazioni che della natura ci hanno dato, variamente, i poeti. E ho pensato a Schiller che i poeti definisce, nel saggio ricordato, cu stodi della natura, sia che abbiano, come «gli antichi» nei suoi confronti un atteggiamento «ingenuo», sia invece che guardino ad essa, come «i moderni» (i «moderni» di Schiller, i primi romantici) in maniera «sentimentale». Subito dopo mi è passato nella mente il fatto che in Montale, nel tardo Montale a partire da Satura, il suo erbario e il suo bestiario, il suo · rapporto con la natura vivente mi appariva, così come i suoi versi mi ronzavano nella memoria, contraddistinto dall'affollarsi della figura degli insetti, una figura, a dir poco, insolita nel discorso poetico, ove si escludano gli insetti «buoni», fl?.etaforica mente privilegiati, le farfalle, le api, le libellule, le operose formiche. È ovvio che verificare questa ipotesi - l'alta frequenza 118
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