Il piccolo Hans - anno X - n. 37 - gennaio-marzo 1983
da quelle adulte, già ambientate sul posto; lassù, rocce e radure interrompono la massa continua e uniforme della vegetazione ed anche il vento, a mano a mano che si sale, contribuisce a plasmare la chioma degli alberi. Così, anche le specie non tanto resistenti scalano le montagne, fintantoché la natura del terreno e gli agenti atmosferici non le fermano definitivamente, e solo gli alberi più forti rimangono: ma anche questi, dopo poco, sono costretti a cedere, e una linea irregolare e naturalmente aggraziata si stabilisce, a segnare il confine tra le zone verdeggianti e quelle brulle. Paragona ora l'intreccio di libertà e necessità, che re gola l'opera congiunta della natura e del tempo, con le restrizioni e limitazioni alle quali si deve assoggettare chiunque decida di piantare artificialmente una foresta, fosse pure la persona più qualificata a questo compito da un lungo studio e da una profonda sensibilità: gli alberi, per quanto collocati con cura, cominceranno a cre scere tutti allo stesso momento, basterebbe questo fatto a impedire che si produca quella fusione e, se così posso esprimermi, quella simpatia tra gli individui che fa di una foresta naturale un organismo GOmplesso e unitario, il cui carattere spicca tanto nell'albero singolo, quanto nella massa e nel colore del fogliame preso nel suo in sieme. Vedi bene, dunque, come sia impossibile che una f o resta artificiale possegga la stessa bellezza di una fore sta naturale. D. Il colore degli alberi, quasi l'intrico stesso dei loro rami, ha ricondotto naturalmente il nostro pensiero allo studio del bello e all'educazione dell'animo: essa non può compiersi che attraverso l'osservazione della natura e del le sue leggi... W. E i viaggiatori, i turisti, che ogni anno sempre più 112
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