Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982
Rosminiana», ott.-dic. 1937 col titolo li senso delle cose nella poesia di Michelangelo. 7 Ibidem, p. 247. 8 Sulla dimensione petrarchesca e su quella bernesca, in relazione al platonismo, si vedano le osservazioni di L. Baldacci nei lavori citati. • Cfr. Ficino N., Sopra lo amore o ver' Convito di Platone, Milano, ed. Celuc, 1973, p. 33. 10 Ibidem, p. 38. 11 Nel testo che comincia «Un uomo in una donna, anzi uno dio», da Rilke tradotto. 12 Per i riscontri petrarcheschi, di utilissima consultazione in due voli. delle Concordanze del Canzoniere di F. Petrarca, a c. dell'Ufficio Lessicografico dell'Accademia della Crusca, Firenze 1971. Il verso citato è in Canzoniere, 30 (i numeri d'ora in poi indicheranno l'ordine dei componimenti). Cfr. anche «Et spento '1 foco ove agghiacciando io arsi» (298), «freddo foco» (147), «Con refrigerio in mezzo 'l foco vissi» (313). W. Pater osservò: «Nei versi di Michelangelo, il gelo e il fuoco son quasi le sole immagini - il fuoco dell'orafo che raffina; una volta o due la fenice; ghiaccio che si fonde al fuoco; fuoco fatto spirizzare dalla roccia che poi ne sarà consumata» (pp. 98-99). 13 Sulla lingua michelangiolesca cfr. il lavoro di G. Nencioni nel– l'opera collettanea Michelangelo-Artista-Pensatore-Scrittore, voi. II, Novara, Ist. Geografico De Agostini, 1965, pp. 569-576. L'indagine di Nencioni, riferita in particolare alle lettere, dà rilievo all'attenzione di Michelangelo per le «risorse ritmiche e plurali della lingua» e ad una «costruttività che è incondizionata e impellente vocazione di stile». 14 Cfr. Petrarca: «Sento nel mezzo de le fiamme un gielo» (122); «Quando agli ardenti rai neve divengo» (71); «E temo, et spero, et ardo, et son di ghiaccio» (134). L'«amoroso gielo» è dello stesso ordine metaforico del «foco d'amore». 15 Più convenzionale, su questo piano, sia la conversione del fuo– co in acqua (231), sia l'oscillazione: «Or d'un fier ghiaccio, or d'un ardente foco» (269). 16 Cfr. Petrarca: «Se non ch'i' ardo come acceso legno» (80). 17 E Petrarca: «Que' belli occhi ond'io ò guerra et pace, / che mi cuocono il cor in ghiaccio e 'n foco» (220). Oppure: «Nasce 'l gran foco, di ch'io vivo et ardo»; «E 'n foco e 'n gielo / tremando, ardendo, assai felice fui» (337). 18 Cfr. Liber monstrorum de diversis generibus, a c. di C. Bologna, Milano, Bompiani, 1977, pp. 146-149. E Petrarca: «Di mia morte mi pasco, / et vivo in fiamme: / stranio cibo, et mirabil salamandra» (207). 19 W. Pater, tra gli altri, aveva sottolineato la connessione tra l'immagine del fuoco e il lavoro dell'artista (cit., pp. 98-99; v. sopra nota 12). 20 Oltre che nel registro dantesco delle Rime michelangiolesche 83
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