Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982
parte una fenomenologia della condizione amorosa, dal– l'altra la religiosa meditazione sulla vanità e l'Invocazione alla morte. Il primo racconto, nell'universo delle immagini che non si fanno gesto e storia, istituisce un dialogo e un sapere dell'amore che si guarda nella separatezza, chiu– so nell'intreccio violento tra desiderio e assenza («Tu sai ch'i' so, signor mie, che tu sai»). Il sonetto «Rendete agli occhi miei, o fonte o fiume» (95), invocando il sereno, sogna il riacquisto delle proprie immagini sprecate, della dispersione di sogni e passioni e sospiri. E dei due sonetti 104 e 105, anch'essi forse dedicati al Cavalieri, il primo che, nei modi della teologia scolastica, comincia «Colui che fece, e non di cosa alcuna, / il tempo, che non era anzi nessuno», designa quella zona interiore dove il de– stino e la notte e la sofferenza s'incontrano a ritrarre il poeta figlio della luna e non del sole, poeta del «tempo bruno»; il secondo, avviato nel modo d'una scolastica poe– tica, («Non vider gli occhi miei cosa mortale») s'intrattiene platonicamente sul trascendimento della bellezza corpo– rea e cerca l'acquietarsi del desiderio nella «forma uni– versale». La corona d'amore non può tralasçiare «Un uo– mo in una donna, anzi uno dio», testimone, come s'è visto, del diffuso meditare sulla sparizione, sulla perdita di sé, qui accettati gioiosamente come acquietante condizione. Gli altri testi si dispongono nel canto di Amore e Morte tra la meditazione sulla fine degli «amorosi pensieri» e una teologia della croce nel cui ordine di salvezza il poeta si vuole ascrivere («Giunto è già 'l corso della vita mia»), tra la invocazione della fede, del cui vacillare il poeta è certo («Non è più bassa e vil cosa terrena») e un'irrime– diabile tristezza che cerca la forma ancora poetica della preghiera e si abbandona all'ombra e al silenzio («Di mor– te certo, ma non già dell'ora»). Il canto di Rilke traduttore restituisce della lingua poetica michelangiolesca il furore e la vanità, la medita– zione lunare e il sogno d'una forma, il grido dei sensi e 81
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