Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

core» (19), «e col fier ghiaccio il foca / tuo dolce ammor– za» (167), o, riferito al lavoro della morte, «se 'I foca in ghiaccio e 'l riso volge in pianto» (171), oppure, nominan– do la perduta stagione dell'amore: «Arder sole' sul freddo ghiaccio il foca; / or m'è l'ardente foca un freddo ghiac– cio» (281) '4. Ma nei contrasti derivati e più deboli, la variazione muove verso la differenza, come negli esempi tratti dal lavoro dell'artista: «Sì amico al freddo sasso è 'l foca interno» (63). Il contrasto può esser posto tra la fissità dell'immagine amata e il proprio ardore, come nel sonetto che comincia: «Sento d'un foca un freddo aspetto acceso / che lontan m'arde e sé con seco agghiaccia» (88). O come tra le prime rime, in una dilatazione cosmica: «Sol io ardendo all'ombra mi rimango, / quand'el sol de' suoi razzi el mondo spoglia» (2) 15 • La materia che alimen– ta il fuoco suggerisce singolari definizioni della condizio– ne amorosa: «ch'i' son sol legno, e tu se' legno e foca» (15), «arso legno» (22), «quante più legne o vento il foca accende», e, per effetto dei suoi «begli occhi»: «fien legne secche in un ardente foca» (171) 16 • Su questo registro metaforico si capisce come la figura della Fenice riappaia appropriato emblema: «S'i' avessi creduto al primo sguar– do / di quest'alma fenice al caldo sole / rinnovarmi per foca, come suole / nell'ultima vecchiezza, ond'io tutt'ar– do». E s'accampa in tutte le Rime la declinazione di questo consumarsi d'amore, più volte replicata, di cui sono suf– ficienti indizi: «mi levo come polvere dal foca» (54); «e chi viver non sa d'angoscia e morte / nel foca venga, ov'io mi struggo e ardo»; o, nella forma più esplicita, «e 'l mie cibo è sol quel c'arde e avvampa» (73), già usato in un endecasillabo nel quale si dice del cuore «vissuto in pianto e nutrito di foca» (26), o «c'un cor che arde e arso è già molt'anni», oppure, nella iterazione eccessiva, «più mi distrugge e cuoce» (31) 17 • Ma anche in quella sorta di opposizione, anch'essa mitica, alla fenice, ch'è la salamandra, la quale sopporta anch'essa una lunga tra- 77

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