Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982
e precisamente del canto XXVI dell'Inferno. Nell'impresa di Ulisse, in quel «folle volo», entrano tre elementi segnati in modo esclusivo, tutti e tre, e si potrebbe dire individuati dall'attributo della piccolezza. «Picciola» (attributo, ap– punto) dalla memoria narrante di Ulisse è pronunciato tre volte: per la compagnia che l'eroe portò con sé nel– l'ultimo viaggio e alla morte, per la vigilia dei sensi, il poco tempo che a lui e ai suoi compagni restava da vivere e da consumare nell'inaudita «esperienza», per l'«orazion» ch'egli fece ai compagni, e con la quale rese quegli uomini, «vecchi e tardi» come lui, «aguti», del suo «ardore», al «cammino». Ma l'attributo si pronuncia ogni volta in con– trasto e in sfida con !'immensamente grande: nel distin– guere la compagnia di fronte a «l'alto mare aperto» e nella ventura dei «cento milia perigli», volta agli estremi, incomparabili; la vigilia di fronte all'esperienza che non deve negarsi, all'impresa sconfinata in cui tenterà di con– sumarsi; l'orazione di Ulisse di fronte alla profondità e all'ardimento dei fini - di «virtute e canoscenza» - che prospetta. E nell'iterazione e nel contrasto, che incalzano la piccolezza, l'esilità, come concretandole all'estremo, «picciola» significa anche smisuratamente grande. La compagnia, da cui l'eroe non fu «diserto», proprio nel piccolo numero, da superstiti e da fedeli, immedesima, avvicinando e poi abbracciando la sfida immensa, la pro– pria grandezza; la vigilia restante dei sensi, che si apre e consuma in conoscenza e virtù sconfinate, è grande, nell'esilità e per l'esilità che l'identifica; ed è immensa nella brevità l'orazione che recita e propone, con costru– zione e sapienza d'arte, l'impresa, i fini e la magnanimità. Certo, i due significati sono, ogni volta, di diverso ordine, e dal piccolo al grande c'è un passaggio, per così dire, dal materiale al morale; ma è pur sempre «picciola» a significare, in poetica antinomia, «grande». In· poesia, le parole che si svolgono, per valori linguistici ben recepibili, in complesse figure d'ambivalenza rappresentano, per così 46
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