Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982
significati, verso l'origine antimimetica e non metafisica del linguaggio. Si trattava, in quel caso, prevalentemente di rilievi vicini alla pratica operativa della Nouvelle Cri– tique francese, che miravano a cogliere nel testo il rap– porto tra modelli di superficie e strutture profonde, ad analizzare, cioè, la dimensione doppia della parola, sulla traccia delle teorie lacaniane e saussuriane, sino agli o– rizzonti dell'anagramma e del sublimine jakobsoniano. Si veniva così profilando una grammatica di tipo nuovo, che rivendicava alla langue della poesia uno statuto autono– mo, finalmente sottratto al binomio scarto/norma e in<l.a– gato non nella sua «diversità», ma nella specifica dimen– sione pragmatica di un comunicare differito, poliorientato, plurimo. Muovendo da quelle premesse, i cinque saggi ora proposti in volume sviluppano a vari livelli una teoria della parola e della frase, dell'articolarsi del segno, che se presuppone certe distinzioni del Cohen (il contrasto poesia/prosa analogo a quello Testo/Discorso, la dimen– sione metaforica del «poetico» e i processi di risemantiz– zazione ad esso collegati) spinge poi più a fondo lo scavo sul materiale linguistico. Si vuole dire che il rilievo tec– nico qui non è mai fine a se stesso, ma si cala nella sostanza del rapporto conoscenza (e coscienza) / linguag– gio, segnando percorsi di esemplare coerenza. Chi cercasse conferme, le troverebbe nella stessa dispo– sizione delle analisi che delineano, capitolo per capitolo, il dissidio della coscienza moderna raccontato nei modi dell'inquietudine linguistica. Si può muovere proprio da– gli studi sulle strutture della comparazione in Baudelaire e sull'anagrammatismo e anasemie in Valéry. Nel primo caso un fenomeno d'organizzazione sintattica (la compa– razione, appunto) tradizionalmente fondato su equilibri simmetrici e su una distribuzione statica dello spazio se– gnico si dinamizza e si disarticola, lasciando alla parola, colta in imprevedibili nessi relazionali, in pronunce crip– tiche plurisignificanti, il compito di rappresentare la falla, 212
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