Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

e del carattere, nel caso e nel transeunte, nell'ebrezza della vita nervosa che dice le sue forme. Redenzione e compimento Dice Heidegger: «Andare verso una stella. Soltanto questo». In cammino verso ciò che si sottrae, verso le vuote forme del futuro, nell'apparente, possibile aprirsi del pensare-oltre. Una debole forza messianica mette in salvo il passato nella storia, si nutre di tradizione e pro– mette di redimere. Teologia-Politica è estrema figura della necessaria coincidenza degli opposti, di polarità e co– stellazioni, per preformare il tempo a venire. E la teoresi del nihilismo lo fa pensare come frattempo fra due cata– strofi. «Il futuro accade rovinando nel presente, sprofon– dandolo nel così fu». L'immateriale senso del fluire, nel bagliore di un istante, di una percezione, è quanto appare ancora impensato: «La soglia tra il nome senza destino e il segno senza interpretazione». (Desideri) Nella Stella della Redenzione di Rosenzweig si legge: «Il Messia deve essere l'ultimo uomo». L'attesa del compimento, che è predisposizione all'ignoto oltre, e che nell'umano sembra avvicinarsi all'esserci-per-la-morte, si consuma nelle paro– le, nelle opere del mondo, in una memoria-pensiero che cancella il presente dall'arco del tempo ed anela ad un mondo che giaccia - compiuto - nella totalità consumata della sua storia. La migrazione dei simboli, cui nulla bisogna chiedere, e la soggettività, agiscono nel pensiero poetante di una topologia dell'essere, nella «sovranità del canto» (Prete) della necessità di esistere, nelle figure del Poetato (Das Gedichtete) ove parrebbe essere una possibile consonanza tra Benjamin e Heidegger. La stella fortunata della Re– denzione, che raccoglie la diaspora, scintilla, forse, solo nel balenare del tempo-ora (Jetzt-zeit), che è anche attua- 198

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