Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

del godimento che si produce un lavoro che ha un senso, un senso oscuro, che è quello della verità. Forse se questi termini non fossero già stati presi in considerazione da me sotto diversi aspetti che ce li chiariscono, non avrei l'audacia di introdurli così. Ma è già stato fatto un lavoro considerevole: quando vi parlo del sapere come ciò che ha il suo luogo primario nel discorso del Maìtre a livello del servo, chi se non Hegel ci ha mostrato che quel che questo lavoro da servo ci consegna è la verità del Maìtre, senz'altro quella che egli rifiuta? A dire il vero, siamo forse in grado di proporre altre forme dello schema del discorso, di scorgere dove resta aperta, compiuta in ma– niera forzata la costruzione hegeliana. Se c'è qualcosa che di sicuro ogni nostro approccio ai miti - e certamente esso è stato rinnovato dall'esperienza analitica - ci mostra è che non può darsi evocazione della verità se non indi– cando che essa è accessibile solo attraverso un mezzo-dire. Non può dirsi tutta intera per la ragione che al di là della sua metà non c'è niente da dire; tutto ciò che può dirsi è questa metà e qui di conseguenza il discorso si elimina. Non si parla dell'indicibile, qualsiasi piacere ciò sembri dare a certuni. Il che non toglie che questo nodo del mezzo-dire che ho la volta scorsa illustrato indicando come bisogna ac– centuarne ciò che concerne propriamente l'interpretazio– ne, che ho articolato come dell'enunciazione senza enun– ciato oppure dell'enunciato con riserva d'enunciazione - punti di cui ho segnalato che erano i punti-asse, gli aghi della bilancia, gli assi di gravità propri dell'interpretazione -, è qualcosa di cui il nostro progredire deve profonda– mente rinnovare la portata di verità. L'amore della verità è quel qualcosa che si causa da questa mancanza a essere della verità, mancanza a essere che potremmo anche chiamare altrimenti: mancanza d'o– blio. Quel che ci viene da ricordare nelle formazioni del– l'inconscio non è niente che sia dell'ordine dell'essere, 187

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