Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

al gioco dei vuoti e dei pieni che corrisponde all'intarsio delle superfici, il gioco muscolare delle forze. Così inner– vato allora, il simbolo viene trasportato in avanti. Non fa più riferimento a una certezza smistabile, ma viene ad appartenere al nuovo della teoria. Il simbolo non è più leggibile nell'interpretazione, per esempio il gonfiarsi del sole come rappresentazione della madre incinta, ma si muove nell'analisi che l'apparire del– la Legge mette in campo in un'epoca in cui l'uomo di genio è uso affermare che per lui le leggi non valgono ma poi, mentre taglia la testa in un rozzo duello a un archibusiere che «gli» ha ucciso il fratello in una rissa per difendersi, vendetta vagheggiata e vezzeggiata come un'innamorata, riesce a produrre le opere sognate solo se si trova di fronte alla Legge con la elle maiuscola, quella che proibisce l'incesto e la pederastia, la Legge che per la psicoanalisi si colloca in rapporto ai tabù. La gravidanza è allora piuttosto quella paterna del rilievo che prende corpo nella fusione dell'oro. Ma questo ci porta un passo più in là. Il simbolo vale solo se «innervato», il simbolo vale solo in una strut– tura composita. Quando Freud ha introdotto nell'Interpretazione dei sogni la parte sul simbolismo, i sogni che porta ad esem– pio riguardano quasi tutti casi di fobia. Nel testo, poi, I sogni nel folklore, volendo parlare dell'erotismo anale, del simbolo dell'oro in cui le feci si trasformano, la storia del sogno del contadino che vi è narrata indica piuttosto un luogo, in cui è nascosta una ricchezza. Così, abbiamo ricordato, nel caso del piccolo Hans non basta l'interpre– tazione della paura del cavallo come legata a un desiderio incestuoso, ma è l'apparire del luogo della fobia nei di– segni del dazio, che ci permette oggi di ripercorrere l'a– nalisi di Hans e di spiegarne la soluzione. Così come la corda su cui si sale o si scende dal cielo nei Sogni nel folklore, ha sì indubbiamente a che 21