Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

freudiana, si riferisce a dei casi di perversione, sia in qualche modo riconducibile, e non solo in forma analo– gica, a qualche caratteristica del teatro dei burattini. Là dove Freud si occupa dell'«origine» delle perversioni e si parla delle fantasie, femminili e maschili, di percosse, come non pensare che tutti i gesti dei burattini, dalle carezze ai duelli, sono in fondo delle botte? E quel pre– cipitarsi della giovane omosessuale giù dal terrapieno del– la ferrovia non fa pensare al brusco scomparire dei bu– rattini, colpiti da qualche bussa, dietro l'orlo della scena? Per non dire ovviamente del rapporto del sipario al fe– ticismo. E penso all'incipit dell'analisi di Graziano: quelle mani agitate a mulinello, al buio, nella stanza da letto, per colpire l'Orco del primo sogno d'analisi ... E penso anche al punto in cui l'analisi di Graziano si interruppe: ,il suono di quel gruppo di lettere PIN che dal nuovo sogno produsse nelle associazioni Pinocchio e Pindaro, le vette del più alto sentimento poetico e la condizione di un burattino, i due poli della perversione. Ma nel «primo sogno» rivisitato con l'ultimo è interes– sante notare la presenza di Mangiafuoco, raffigurato nelle illustrazioni dei libri per l'infanzia con i capelli verdi. Preludio, il mangiatore di fuoco, all'apparizione del padre, ingoiato a sua volta dalla balena. Ed è importante che il padre sia proprio Geppetto. In Il sogno e la coppia, storia di un caso e di un destino in «Il piccolo Hans», n. 26, V. Pinzi Ghisi parla, in riferimento all'omosessualità femminile e a un caso di paranoia, di una parrucca, parrucca bionda greca sulla testa della sognatrice, parrucca che riappare poi altrove sulla testa della madre riflessa nello specchio. Qui abbia– mo una parrucca «patema», un parrucchino color carota. Opera di una fatina dai capelli turchini è invece la trasformazione di Pinocchio in bambino. È questo che 170

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