Il piccolo Hans - anno IX - n. 36 - ottobre-dicembre 1982

stesso un correlativo della parola rivelata, il che comporta che le creature siano l'equivalente delle lettere dell'alfa– beto; di immagine, perché avendo Dio creato ad imagi– nem, tutto il cosmo è strutturato ad immagine di Dio (i due concetti saranno poi razionalizzati e quasi laicizzati da Montaigne, Sebonde e Galileo). A questo piano teorico corrisponde un modo di rappresentazione mistico (o poe– tico-mistico) che ha un esempio preclaro nel Cantico delle creature di S. Francesco (ma citerei anche i due grandi poeti religiosi e visionari Guillaume Sallustry ~\l Bartas e Guy Le Fèvre de la Boderie). Lì la parte che riguarda il creatore è contrassegnata dalla presenza fisica di parole in numero di tre o di suoi multipli mentre la parte che riguarda il creato dalla presenza fisica di parole in nu– mero equivalente a quello degli elementi cosmici. Mi spie– go. Il cantico comincia con tre epiteti rivolti a Dio (al– tissimo, onnipotente, buono) cui si devono tre testimo– nianze di lode gloria e onore, e si chiude con tre esorta– zioni a lodare, benedire, ringraziare: la somma di questi trimoni dà il numero nove, che, come sappiamo, rappre– senta altamente la divinità; non per caso allora il numero delle lodi è pure di nove (1. sole, 2. luna e stelle, 3. vento, 4. acqua, 5. fuoco, 6. terra, 7. pazienti, 8. morenti, 9. lode universale). Nella evocazione del cosmo, i quattro elemen– ti sublunari vento, acqua, fuoco e terra, sono contrasse– gnati da quattro epiteti (acqua = utile, umile, preziosa, casta; fuoco = bello, giocondo, robusto, forte, ecc.) e il firmamento, composto di tre elementi, sole, luna e stelle, è contrassegnato da un tricolon. Anche la disposizione spaziale di questi dati sottolinea la funzionalità dell'op– posta rappresentazione: gli elementi che toccano Dio sono disposti all'estremo e agli inizi del componimento (nella prima, nell'ultima lassa e ad inizio d'ogni versetto); quelli che toccano il cosmo alla fine di lassa e di versetto. Il carme si costituisce in un'icona. Qui non c'è più il tema del libro della natura, equivalente al concetto di «mondo 139

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