Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
(studiata da Benjamin): sul nascere della poesia contem poranea è colpita la possibilità stessa per la memoria di produrre un sistema organizzato di ricordi, il tempo perde la dimensione della durata. In Baudelaire l'esperien za non si compone in un'unità a disposizione del soggetto: le cose non solo perdono l'aura (il loro posto nell'imma ginario dell'esperienza), ma subiscono uno scollamento rispetto alla sensazione. Una differenza di tempo fa dello choc d'oggetto una presenza nuda rispetto alla quale la sensazione nasce solo dopo, come uno choc postumo. In questo modo Contini legge il primo Montale. Il movimen to di presenza-assenza delle cose è spogliato del valore costitutivo della sensazione. Gli oggetti compaiono come fulminati nel magnesio dell'istante, simili ad oggetti fo tografici privi di durata. Ogni rapporto certo percipiens/perceptum è tagliato; la coppia fondamentale soggetto/oggetto non è più in gra do di produrre i sistemi del mondo ordinati secondo spa zio e tempo. Insomma il processo di «atrofia complessiva dell'esperienza», con ciò che comporta, è direttamente in vestito nel pensiero poetico contemporaneo. A questo punto in Benjamin troviamo un riferimento a Freud, alla divaricazione fra memoria e coscienza, cui avevo aggiunto la discontinuità del sistema Percezione-Co scienza che origina, in Freud, la rappresentazione stessa del tempo. In questo «apparato» i reperti della memoria non si correlano a sensazioni, e il tempo freudiano non si riduce a metafore di linearità e profondità. A partire da questa discontinuità temporale e scollamento fra per cezione e oggetti, tipici dell'apparato psichico freudiano, è possibile portare al testo contemporaneo un'attenzione che si rivela eccezionalmente rispondente - a prescindere da esplicite adesioni teoriche - ai modi con cui questo testo funziona, in alcuni momenti salienti, in rapporto a esperienza e memoria, sensazione e oggetto. 96
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