Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
...Sì, tutto mi pare romantico, ora, e non meno romantica, mi affretto ad aggiungere, la favolosa felicità del mio candore {p. 35) . Fu quella difatti per James «la più felice stagione del l'abbandono alla musa invocata e alla favola progettata». Musa, favola e romantico, come vedete vanno insieme. Inoltre, musa e favola sono parole da sottrarre e da sot tolineare, perché, quando esse entrino nell'orizzonte della composizione artistica, certo più difficile si farà il parlare «dei piani e dei programmi, dei calcoli di un autore». Si tratterà allora piuttosto di sprofondare verso altri terri tori, verso «il suo (dello scrittore) sentire e vedere, il suo concepire e il suo inevitabile esprimersi» (p. 31). Il principio della composizione, del suo modo stesso - che è ciò che James tenta di tracciare nelle Prefazioni - rimarrà così segreto: Se in The American ho evocato l'elemento romantico senza malizia e tuttavia producendo un effetto che è, per me, ine quivocabilmente romantico, l'occasione è forse tra le più adatte per penetrare un po' nell'Oscurità di tale principio. Per quale arte o mistero, quale abilità di scelta, omissione o autorità, una data rappresentazione della vita avvolge il proprio tema, le proprie figure ed immagini, in un'aria di romance, mentre un'altra, pur assai simile, sembra immergere ogni cosa nell'e lemento della realtà? {p. 31) È questo mistero che James tenta qui di stringere, braccando, quasi, il concetto di romance, e il romantico. È difficile - James lo riconosce - «tracciare la linea di visoria tra il reale e il romantico quanto collocare una pietra miliare tra nord e sud» (p. 37), e tuttavia egli ci si prova. Il romantico è certamente qualcosa che ha a che fare con la fantasia; e tuttavia questo non basta. È forse «lo strano e l'ignoto»: ma anche questi termini «non sono necessariamente romantici»: 89
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