Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

Lol lo vede certamente. Con un po' più di calma però, a formulare quel secondo tempo per cui lei si sappia vista da lui. Ma bisognerà inoltre che le mostri - propiziatoria alla finestra - Tatiana, senza turbarsi per il fatto che quest'ul­ tima non abbia notato nulla, cinico nell'averla già sacri­ ficata alla legge di Lol, poiché è nella certezza di obbedire al desiderio di Lol che egli si appresta a lavorare la sua amante con vigore decuplicato, facendola vacillare sotto parole d'amore che lui sa quanto sia l'altra ad aprire le dighe, ma anche parole vili che non starebbero bene per l'altra. Soprattutto non ci si sbagli sul posto che poi occupa lo sguardo. Non è certo Lol che guarda, non fosse che per il fatto che lei non vede niente. Non è lei il voyeur. Ciò che avviene la realizza. Dove stia lo sguardo, si dimostra nel momento in cui Lol lo fa sorgere allo stato di oggetto puro, con le parole giuste, per Jacques Hold ancora innocente. «Nuda, nuda sotto i suoi capelli neri», queste parole sulla bocca di Lol generano il passaggio della bellezza di Tatiana a funzione di macchia intollerabile che appar­ tiene a questo oggetto. Questa funzione è incompatibile con il mantenersi del­ l'immagine narcisistica in . cui gli amanti si impegnano a contenere il loro innamoramento, e da lì si può leggere come, votati a realizzare il fantasma di Lol, i due saranno sempre di meno l'uno e l'altra. Non è, esplicita in Jacques Hold, la sua divisione di soggetto che ci tratterrà più a lungo, è piuttosto ciò che lui è nell'essere tre a cui Lol si sospende, incollando sul volto di lei l'«io penso» da brutto sogno che è materia di tutto il libro. Ma facendo questo egli si accontenta di donarle una coscienza di esserci che si sostiene fuori di lei, in Tatiana. Questo essere-a-tre però è proprio Lol a combinarlo. 58

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