Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

un'edizione delle opere del Basile, in «Italianistica», VI (1977), n. 1, pp. 60-77. 2 Getto G., Barocco in prosa e in poesia, Milano, Rizzoli, 1969: La fiaba di Giambattista Basile, p. 398. 3 «...sebbene il marito zappasse alla giornata, a lei non riusciva vedere la fertilità che desiderava». Ma eviteremo di ricorrere alla traduzione con questa discutibile puntualità. Quando lo riterremo utile, riporteremo, nel testo o in nota, quella del Croce, che segna- . leremo con le ovvie virgolette, anche nei casi in cui ci permetteremo piccole variazioni, attendibili e immediatamente verificabili. Sarà come ricordare ogni volta (anche per chi pensi a un sistema di raffronti con l'originale) l'ordine singolare, il senso e il tempo con­ gruenti di una lettura. Dopo il 1925, la traduzione di Croce, «copio­ samente annotata» e preceduta dal saggio Giambattista Basile e l'e­ laborazione artistica delle fiabe popolari (pubblicato anche in appen­ dice alla Storia dell'età barocca in Italia, 1929), fu ristampata più volte, con correzioni e aggiunte. Noi ci serviamo dell'edizione curata da Gino Doria - G. Basile, Il Pentamerone ossia la Fiaba delle fiabe, Bari, Laterza, 1957 -, cui sono stati portati alcuni ritocchi proposti dal Croce nell'Appendice all'edizione italiana del «Cunto de li cunti» (1939, qui alle pp. 594-597) e aggiunte alcune note tratte da schede manoscritte dello stesso Croce. Nel 1974, la traduzione crociana ha avuto una nuova edizione con prefazione di Italo Calvino (Roma-Bari, Laterza). • Nel volume del Basile napoletano curato dal Petrini, ed. cit. 5 Si continua a sperimentare, anche per le denotazioni, l'infon­ datezza di una equivalenza della lettera. Consideriamo in questo caso la coerenza interna della traduzione crociana, che recita così la variopinta minuziosa crescita del mucchio: Cola Matteo «cominciò ad andare raccattando cocci di arciuoli, rottami di coperchi e coper­ chietti, fondi di pignatta e di tegami, orli di catini, manichi d'anfore, labbri di canteri, portandosi via quante lucernette rotte, testi spezzati, boccali fessi, e quanti frantumi di vasellame trovò per le strade» (p. 176). 6 Il Croce elenca in un «gran fastello» «bietole, ramolacci, aglietti, erba porcellana, ruca e cerfoglio» (p. 176 della trad. cit.). 7 Impieghiamo logicamente i simboli dell'edizione italiana della Morfologia della fiaba, Torino, Einaudi, 1966. Morfologija skazki è del 1928; il volume della sua traduzione italiana contiene anche le «riflessioni» sulla Morfologia pubblicate da Claude Lévi-Strauss nei «Cahiers de l'Istitut de Science Economique Appliquée», serie M, n. 7, marzo 1960 - La struttura e la forma - e la risposta di Propp, scritta «appositamente» per questo volume: Struttura e storia nella studio della favola. 8 Morfologia della fiaba, cit., p. 74. 9 «Perché nella narrativa popolare non si verificano quasi mai sfasamenti temporali o in genere spostamenti del cèmtenuto rispetto all'ordine naturale». La spiegazione è di Cesare Segre, tempestiva 31

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