Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

non propizia. Poi è colomba, patetico e ancora solenne in un volo audace e sventurato. E Grannonia? Certamente è trascinata fuori di casa e per il mondo dell'amore, ed è ben determinata; ma sono gli animali - la volpe e gli uccelli - a popolare la sua avventura: gli animali sanno e ragionano per la fanciulla storie e destini, e questa prende dal loro stesso sangue la sua fortuna. Il cuore d'un dragone marino fa figliare la verginella che lo cucina, tutti i mobili di una stanza, e la regina, che se lo porta alla bocca (I, 9). E non si può dimenticare il grottesco magico della generale figliatura dei mobili, rappresentata in un tratto grazioso e, anche per la sua brevità, di una squisita contrastante naturalezza. La bella cuoca, chiusasi, per ordine del re, in una stanza a cucinare il cuore del drago marino diventò gravida, appena uscì dalla pentola il fumo della bollitura; ma non lei sola: li mobele de la casa 'ntorzaro, e 'n capo de poche iuorne figliattero, tanto che la travacca fece 'no lettecciulo, lo forziero fece 'no scrignetiello, le segge facettero seggiolelle, la tavola 'no tavolino, e lo cantaro fece 'no cantariello 'mpetenato accossì bello, ch'era 'no sapore. Il tono cantabile, riorditura letteraria del linguaggio na­ poletano, frequente nel libro del Basile, sembra rimarcare quella naturalezza, come una nota d'umanità in ogni par­ ticolare. Possiamo considerare questo cuore di dragone un sim­ bolo del Cunto de li cunti, formato e annidato nei suoi stessi elementi, nel suo mondo portentoso. La magia figlia e si propaga, come fatto e miracolo di natura, in trame esseri oggetti. La caccia del dragone si svolge, secondo lo stile, in una nomenclatura variopinta e mobilissima, in una volata di strumenti marini: e gli uomini vi com­ paiono ancora come servitori, sottoposti, consegnati ai portenti. 26

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