Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
mediatamente progresso su più vasta scala, davvero esso porta acqua al più radicale pessimismo cosmico? Prigogine e Stengers lo negano: «Ogni grande era della scienza ha avuto un modello della natura. Per la scienza classica fu l'orologio; per la scienza del XIX secolo, l'era della rivoluzione industriale, fu un meccanismo in via di esaurimento. Che simbolo potrebbe andare bene per noi? Forse, l'immagine che usava Platone: la natura come un'opera d'arte» (La nuova alleanza, p. 23). 2. Il pensiero della differenza Ma come questo è possibile? Lasciamo ancora la pa rola a Prigogine e Stengers. In altra sede essi osservano: «I modelli dell'ordine e dell'equilibrio che le scienze bio logiche e sociali hanno ereditato dal XIX secolo sono oggi contestati da diverse parti. Sintomatico in questo caso è il nuovo interesse per nozioni come quelle di crisi e d'instabilità, che si cerca di rendere oggetti della scienza dopo averle così a lungo trascurate. In biologia il modello di equilibrio sano tra le diverse funzioni organiche sta senza dubbio per subire una profonda trasformazione a seguito di ricerche che dipendono dall'embriologia, dalla cancerologia, dall'immunologia; la separazione tra ordine e disordine, tra salute e anarchia dei funzionamenti diven ta meno certa, l'ordine non spiega più, è piuttosto la sua esistenza sempre precaria a dover essere spiegata. In e conomia, i modelli di equilibrio si trovano di fronte al- 1'ostacolo più importante, quello della crisi economica, che pone il problema della razionalità delle parti. L'im magine limpida del progresso si è confusa e oggi non si sa più con certezza · se si stia andando verso una società sempre più uniforme e centralizzata, dominata dagli stru menti di gestione di massa, o verso una proliferazione di attività decentrate - e neanche se queste due prospet- 177
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