Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

tenuti delle espressioni constatative, deve occuparsi di quei fattori che determinano il fare un · a certa proposizione o l'esprimere un certo giudizio. A questo fine il ruolo del giudizio nel ragionamento pratico e generalmente in una serie di azioni intenzionali, e quindi gli 'usi' a cui sono volte le locuzioni di giudizi, sarà importante in quan­ to rivelatore di fonti di critica per le espressioni consta­ tative. Ciò che bisogna che si chiarisca è la relazione tra possibili fonti di critica e il contenuto (il significato) di una tale espressione. Non è evidente in che misura la riflessione sulle espressioni performative aiuterà in ciò. In altre parole, poiché è soltanto nel contesto sociale (in cui le espressioni possono avere una varietà di forze) che l'idea di una espressione constatativa, e perciò della va­ lutazione 'vero/falso', appropriata per una tale espressio­ ne, può fare presa, è importante considerare le espressioni constatative come atti di parola in modo da non perdere di vista lo scopo che c'è di dire cosa è vero e di evitare di dare per acquisita la nozione di verità. Questa nozione rientra nelle considerazioni della forza. Ma, sotto altri aspetti, parrebbe fuorviante dare troppo rilievo alla ana­ logia tra espressioni performative e constatative a partire dal fatto che una espressione constatativa è essenzialmen­ te valutabile in termini di verità o falsità solo a causa del contrasto tra essa e una performativa, e cioè a causa della mancanza di forza rivolta all'azione dell'espressione constatativa. Mary Tiles (Trad. di Pietro d'Oriano). 173

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