Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
valida soltanto quando l'arnese è identificato rispetto a un fine o funzione. Ma immaginiamoci ora una scimmia che guardava Crusoe farsi in questo modo il suo latte dal cocco e che decida di tentarci anche lei. Si fa il suo furtarello mentre Crusoe dorme, e 'applica' noce di cocco e aprinocedicocco; ma ignara del principio su cui l'arnese funziona (non sa pendo come usarlo), non riesce a ricavare il latte. Per esempio, può non ricono�cere che lo strumento deve es sere applicato su un punto debole. Della scimma si po trebbe dire che sa cos'è lo strumento (a che serve) e addirittura che lo ha usato correttamente nel senso che l'ha usato per fare la cosa giusta, ma siccome non sa come usarlo per realizzarne la funzione non riesce nel suo scopo. Incontriamo perciò qui due nozioni di correttezza - relativa al fine e relativa ai mezzi per realizzare il fine. È anche concepibile che lo stesso Crusoe qualche volta non riesca nel suo uso del proprio aprinocidicocco, se ci vuole un po' di arte. Ma il successo è notato in termini pratici, cioè nell'ottenimento del latte. La domanda è se l'uso delle espressioni linguistiche sia in qualsiasi modo analogo all'uso di strumenti, e se ci sia una differenza essenziale che permetta la mossa di passare dalla sempli ce correttezza nell'uso alla verità. Supponiamo allora che Crusoe s'inventi un segno ' 1 '' che usa nel modo seguente: quando esce di mattina egli prende nota di come va la marea prima di allontanarsi nei boschi per foraggiarsi come al solito. Se la marea ha appena cominciato a rifluire, egli nota ' 1 '' sulla sabbia all'inizio del sentiero per il bosco per ricordarsi, per quan do ritorna, di andare a raccogliere molluschi. Potrebbe Crusoe commettere un errore nell'uso di ,,, , e riconoscere che si è sbagliato? Se, con gli occhi assonnati, giudica male dello stato della marea e gratta un ' 1 '' sulla sabbia, si accorgerà, quando si mette in cerca di molluschi, che 166
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=